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Tytocare   2È già in uso all’interno del CAVS Covid di Gattinara il dispositivo Tytocare. Si tratta di una piccola strumentazione – sperimentata per la prima volta in una azienda sanitaria pubblica italiana in epoca covid - che consente di monitorare a distanza i parametri dei pazienti. Un device a cui possono essere agganciati di volta in volta accessori specifici come lo stetoscopio o l’otoscopio; il medico anche da remoto può visualizzare immagini, ascoltare il ritmo cardiaco o il suono polmonare.

I dati clinici vengono acquisiti su una piattaforma tramite un’app molto semplice e intuitiva in cui sono registrati dati anagrafici del paziente, sintomi, esami clinici e altre informazioni.

 

In tutto 30 i dispostivi acquistati dall’Asl di Vercelli in service e arrivati direttamente da Israele, patria della telemedicina. Vengono utilizzati all’interno dei cavs covid presenti sul territorio e a domicilio con la collaborazione di pazienti e familiari.

 

Il progetto è coordinato dal dott. Germano Giordano, risk manager aziendale e dal direttore della radiologia Fabio Melchiorre in sinergia con i medici di medicina generale e le USCA (unità semplici di continuità assistenziale) con una équipe multispecialistica che vede insieme pediatri, geriatri, fisiatri, pneumologi e altri specialisti qualora necessari.

“L’utilizzo di tytocare – afferma il Direttore Generale dell’ASL VC Chiara Serpieri - era stato programmato prima dell’emergenza per la gestione dei nostri piccoli pazienti pediatrici con l’intento di assistere, insieme ai bambini, l’intera famiglia al domicilio. Adesso li utilizzeremo anche nelle strutture sanitarie e residenziali dell’Azienda. In questo modo abbiamo l’opportunità di seguire molti pazienti a distanza con il supporto di personale infermieristico dedicato. Stiamo anche avviando sinergie con alcuni medici di medicina generale che hanno già dato la loro disponibilità a collaborare al progetto”.

“Già in occasione del convegno promosso a febbraio scorso in consiglio regionale – afferma il Presidente della Commissione Sanità Alessandro Stecco – avevamo avuto modo di ribadire come il futuro delle cure si chiami proprio telemedicina. Il covid ha dimostrato quanto investire in tale settore costituisca una scelta lungimirante che apre prospettive di cura e di monitoraggio laddove la necessità di isolamento è forzata, favorendo una sostanziale uniformità e uguaglianza anche nell’erogazione delle cure a tutti i cittadini che ne hanno diritto”.

“Nella fase 2 dell’emergenza – sottolinea il coordinatore per l’emergenza Covid Pietro Presti – abbiamo puntato a rafforzare il territorio valorizzando presidi che si trovano in luoghi chiave e che possono favorire la gestione dei pazienti covid o in fase di guarigione. Azioni essenziali per consentire agli ospedali di ritornare in modo graduale a gestire anche tutte le altre patologie che continuano ad essere presenti. La tecnologia, specie in territori non urbani, è un’alleata preziosa e questi device sono di certo un ponte di collegamento tra specialisti e pazienti che anche a casa possono ricevere le cure e le indicazioni terapeutiche di cui hanno bisogno”.