Un filtro speciale per proteggere il cervello dal rischio di ictus. Nei giorni scorsi – presso la cardiologia del Sant’Andrea di Vercelli, diretta dal dottor Francesco Rametta – è stato eseguito il primo intervento al cuore senza “bisturi” di chiusura percutanea dell’auricola sinistra sfruttando un filtro di protezione embolica cerebrale che non era mai stato utilizzato prima in Italia.
La procedura concordata e discussa con i colleghi della Neurologia diretta da Prof Comi, è stata eseguita su un paziente di 84 anni che a 48 ore dall’intervento è tornato a casa in buone condizioni cliniche. L’intervento eseguito nelle nuova sala di emodimanica ha coinvolto una equipe multidisciplinare di emodinamisti, ecografisti ed elettrofisiologi, diretti dal dott Fabrizio Ugo, responsabile emodinamica.
“L’auricola – spiega il dott. Rametta - è una sorta di diverticolo dell’atrio sinistro; quest’ultimo è la principale sede di formazione di trombi nei pazienti con fibrillazione atriale. La fibrillazione atriale è un’aritmia molto frequente, con una incidenza crescente con l’invecchiamento della popolazione. Il pericolo maggiore di questo disturbo del ritmo cardiaco è appunto la formazione di trombi, soprattutto in auricola. È rischioso perché da questa sede i trombi possono andare ad occludere le arterie cerebrali che forniscono sangue al cervello determinando un possibile ictus cerebrale con esiti spesso invalidanti e talora fatali”.
“Si tratta di un intervento - sottolinea il Responsabile dell’emodinamica Dott. Fabrizio Ugo - che si esegue senza bisturi, attraverso la vena femorale; da qui viene fatto passare un device (una sorta di tappo) che raggiunge l’auricola e determina una barriera all’ingresso della stessa auricola occludendola. Ciò impedisce la formazione del trombo ed è efficace nella prevenzione dell’ictus cerebrale. Il filtro di protezione embolico cerebrale posizionato nell’aorta (TRIGUARD3-INNOVA HTS) filtra il sangue che va al cervello. In questo specifico caso – racconta il dott. Ugo – siamo riusciti a catturare un coagulo che avrebbe generato sicuramente un ictus al paziente”
Questa tecnica rappresenta una valida alternativa all’utilizzo di farmaci che consentono di evitare il formarsi di trombi (terapia anticoagulante) specie in quelle categorie di pazienti che non possono assumerla.
“Da qualche anno – prosegue Francesco Rametta, - la Cardiologia ha un gruppo di medici e infermieri eccezionali e di alto profilo, grazie ad un chiaro programma formativo e culturale che coinvolge tutto il personale. Rappresenta oggi un riferimento sul territorio per procedure complesse e impensabili fino a qualche tempo fa”.