All'ospedale Sant’Andrea di Vercelli una nuova tecnologia più sicura e più efficace nel trattamento della fibrillazione atriale, che permette di abbattere drasticamente i rischi per il paziente: si tratta dell’elettroporazione.
La Cardiologia, diretta dal dottor Francesco Rametta, è la seconda in Piemonte e una tra le poche in Italia a poter vantare la possibilità di offrire ai suoi pazienti questa innovativa procedura che associa la massima sicurezza ad una grande efficacia per il trattamento delle aritmie cardiache.
La fibrillazione atriale rappresenta il più comune disordine del ritmo del cuore ed uno dei principali motivi di accesso in pronto soccorso. Questa aritmia è molto comune nella popolazione, limitandone le attività quotidiane per via dei sintomi avvertiti (cardiopalmo, stanchezza e affanno) riducendone la qualità della vita. Non bisogna nemmeno dimenticare le possibili gravi complicanze che possono comparire in caso di fibrillazione atriale, prima tra tutte il rischio di ictus.
“Per il trattamento della fibrillazione atriale ormai da anni si esegue la procedura di ablazione transcatetere con l’obiettivo di mantenere il ritmo del cuore normale – spiega il dottor Rametta - Questa procedura, fino ad oggi, distruggeva le aree del cuore che maggiormente sono coinvolte nella genesi dell’aritmia mediante una lesione di tipo termico utilizzando il caldo (cateteri a radiofrequenza che surriscaldano il tessuto) o il freddo (cateteri a palloncino che invece lo congelano). Queste metodiche si sono sempre dimostrate efficaci nell’ordine del 70-80% dei casi, ma sono gravate dal rischio di complicanze anche gravi”.
L’elettroporazione, introdotta di recente presso la Cardiologia dell’Ospedale di Vercelli, invece, non usa una energia termica per distruggere il tessuto malato del cuore, ma sfrutta un campo elettrico pulsato con vantaggi significativi rispetto alla tecnica utilizzata in precedenza. “Il catetere eroga impulsi elettrici ad altissima intensità per brevissimi lassi di tempo inducendo la formazione di pori nella membrana cellulare del cuore che sono causa dell’aritmia. L’enorme vantaggio di questa tecnica – sottolinea Rametta - è dato dal fatto che la formazione di questi pori avviene solamente nelle cellule del cuore e non può ledere in alcuna maniera altri tessuti circostanti, abbattendo del tutto il rischio di lesioni troppo estese che si potrebbe avere utilizzando le vecchie metodiche”.
I primi interventi con l’utilizzo di questa nuova tecnologia sono stati eseguiti con successo dall’equipe di elettrofisiologia della Cardiologia di Vercelli coordinata dagli specialisti Francesco Rametta, Massimo Magnano e da Domenico Oriente, con la collaborazione del dottor Carlo Olivieri che dirige l’Anestesia e Rianimazione (nella foto in basso). I pazienti sono stati poi dimessi a 48 ore dall’intervento senza alcuna complicanza.
“Questa nuova tecnologia permette di accrescere ulteriormente la qualità del servizio sanitario offerto alla popolazione dal reparto diretto dal dottor Rametta, andando ad ampliare un pacchetto di attività in campo di Cardiologia Interventistica di altissimo livello e sempre all’avanguardia – commenta il Direttore Generale Eva Colombo – Essere tra i primi centri italiani ad aver ottenuto questa rivoluzionaria apparecchiatura è uno degli esempi di come la nostra Azienda Sanitaria abbia come obiettivo quello di offrire la soluzione migliore possibile per curare i cittadini del nostro territorio. L’impatto clinico di una tecnologia come questa promette di modificare in modo straordinario la storia di una malattia che è gravata da una sintomatologia talvolta invalidante e da complicanze che possono notevolmente peggiorare la vita del paziente e dei suoi cari”.